20080901

Invecchiare bene - Successful aging

Successful aging. L’arte di invecchiare bene

A cura de Il Pensiero Scientifico Editore
Ultimo aggiornamento: 12/03/2008 11.13.01
Per invecchiare bene è utile la prevenzione?
Qual è il ruolo dei radicali liberi e come se ne contrasta l’effetto?

Alimentazione e non solo per un “successful aging”?
Prevenzione secondaria. A chi rivolgersi?



Per invecchiare bene è utile la prevenzione?

L’invecchiamento della popolazione è un evento che comporta ricadute notevoli sull’organizzazione e sulla struttura della società: è un fenomeno intenso e progressivo che anno dopo anno diventa sempre più pregnante e carico di problematiche a causa del costante aumento nel mondo intero e anche in Italia.
La sempre maggiore rilevanza del problema rende necessaria una visione della condizione anziana non solo passiva, cioè legata a cura, contrasto delle malattie, prevenzione del decadimento psicofisico, ma attiva: diventa necessario ricercare e perseguire la capacità dell’anziano di vivere una vita attiva, piena, utile a sé stesso e agli altri. Naturalmente il presupposto indispensabile per poter realizzare tutto ciò è la buona salute. Orientamento della medicina geriatrica è la prevenzione: le attività preventive si possono suddividere in tre diversi livelli di intervento.

Prevenzione primaria: comprende tutte le strategie finalizzate ad impedire lo sviluppo di una patologia e a promuovere stili di vita positivi , chemioprofilassi di patologie, immunizzazione.

Prevenzione secondaria: identificazione mediante screening appropriati di patologie in fase di iniziale sviluppo o in fase asintomatica, riducendo al minimo la morbilità e conseguentemente la mortalità.

Prevenzione terziaria: l’obiettivo è il contenimento della disabilità e di ogni ulteriore perdita funzionale associata a condizioni morbose già presenti in precedenza.

Qual è il ruolo dei radicali liberi e come se ne contrasta l’effetto?

Le cause dell’invecchiamento sono molteplici e sono molte le ricerche che sono state effettuate per comprendere quali sono i meccanismi che vi conducono e molte sono in corso. Una delle ipotesi più accreditate è quella riguardante i radicali liberi: secondo questa teoria, avanzata per primo da David Harman nel 1956, con il trascorrere degli anni queste molecole si accumulerebbero svolgendo un’azione ossidante potente e dannosa per le cellule dell’organismo. Il danno colpisce soprattutto il DNA, causando “errori” nella replicazione cellulare. Queste sostanze si formano per l’azione di agenti esterni che provocano reazioni chimiche ossidanti sulle molecole delle membrane cellulari.

Esempio di agenti esterni sono:

* radiazioni ionizzanti
* fumo ed inquinanti atmosferici
* intensa attività fisica (basti pensare che in questo caso aumentano di circa 50 volte)
* dieta ricca in grassi animali
* stress
* abuso di alcool.

In condizioni fisiologiche i danni causati da queste molecole elettricamente instabili vengono neutralizzati da parte dei meccanismi antiossidanti: quando i radicali liberi prevalgono si viene a determinare un danno detto da stress ossidativo. E uno dei meccanismi che conduce all’invecchiamento è proprio lo stress ossidativo. Gli antiossidanti sono sostanze che hanno la capacità di riparare i danni e molte di queste sono contenute negli alimenti che vengono introdotti con la dieta:

* Vitamine A, C, E
* Selenio
* Zinco

I cibi più ricchi di queste sostanze sono le sostanze di origine vegetale: una dieta ricca di frutta e verdura, cruda e fresca, povera di grassi animali, saturi, e grassi idrogenati contiene una grande quantità di antiossidanti, utili per proteggere e prevenire i danni causati dai radicali liberi.
La dieta ha la caratteristica di essere il maggio determinante della buona salute totalmente sotto il controllo di ognuno: non sempre si possono controllare gli altri determinanti della salute, come la qualità dell’aria che respiriamo, il rumore a cui siamo sottoposti, il clima emotivo che ci circonda, ma sempre si ha il controllo di ciò che si ingerisce.


Alimentazione e non solo per un “successful aging”?

La dieta, per quanto fondamentale, non è da sola sufficiente per arrivare ad un “successful aging”: le positive abitudini di vita devono essere promosse e perseguite per raggiungere l’obiettivo di un invecchiamento “di successo”.

Attività fisica

L’esercizio fisico praticato regolarmente permette un ottimale mantenimento dell’apparato muscolo scheletrico e riduce il rischio di patologie degenerative croniche come l’osteoporosi e le malattie cardio vascolari. Più studi hanno evidenziato come l’esercizio fisico produca, anche nell’anziano precedentemente sedentario, guadagni in termini di resistenza allo sforzo, di forza fisica e di equilibrio. Si calcola che la mortalità si abbassa di un quarto fino ad un terzo nei soggetti anziani attivi rispetto ai sedentari e che ancora ad 80 anni l’attività fisica fa guadagnare da uno a due anni di vita. È basilare però la pratica abituale di esercizio fisico per mantenere i risultati raggiunti e mantenere i benefici che questo produce all’organismo.

Il mantenimento della capacità cognitive è una costituente essenziale del successful aging: l’attività fisica è in grado di modificare in meglio le performances mentali. È stata ampiamente dimostrata la correlazione delle prestazioni fisiche con le funzioni mentali degli anziani: uno studio recente americano (Albert 2005) conclude che qualunque attività fisica, intensa o moderata, protegge dal declino cognitivo. Non esiste soluzione di continuità fra stimolo fisico e psichico, per cui i confini fra benessere cognitivo, emotivo e fisico sfumano, comparendo come aspetti diversi di un unico meccanismo potenziatore.

Fumo

È ormai noto a tutti l’azione dannosa del fumo, sia come ossidante che come tossico diretto. Circa il 15% dei soggetti con età superiore a 65 anni sono fumatori attivi: dalla letteratura è noto che i benefici della sospensione del fumo siano evidenti anche negli anziani. È pertanto importante favorire ogni azione di convincimento in questa direzione, anche perché la farmacologia ad oggi non offre supporti che da soli siano in grado di portare alla sospensione.
Possono essere utilizzati cerotti transdermici o gomme masticabili a base di nicotina per promuovere l’astensione o ridurre la dipendenza, insieme a training psicologici.

Cura del cavo orale

L’igiene pluriquotidiana del cavo orale deve essere sempre raccomandata, così come l’utilizzo di pasta dentifricia arricchita al fluoro e/o clorexidina.
Sono disponibili strumenti si semplice utilizzo per lo screening precoce a livello ambulatoriale: tuttavia una visita annuale per il controllo dello stato del cavo orale e per il contenimento della patologia periodontale è raccomandabile.

Prevenzione secondaria. A chi rivolgersi?

Le patologie cardiovascolari, con quelle neoplastiche, rappresentano la maggior causa di mortalità nel mondo occidentale. Promuovere un corretto stile di vita è importante per prevenire o ritardarne l’insorgenza: nei soggetti a rischio è raccomandabile la prevenzione secondaria mediante monitoraggio clinico ed esecuzione di test di laboratorio ed esami strumentali mirati. Questi sono suggerimenti generali, comunque semplici da attuare per invecchiare bene.
Per affrontare in modo più approfondito e individualizzato il tema del successful aging è importante rivolgersi ad un medico specialista geriatra che potrà elaborare un progetto personalizzato mirato all’individuzione delle problematiche specifiche da affrontare e curare per aiutare ad avere una “vecchiaia di successo”.

A cura di Monica M. Agostoni
Specialista in Geriatria
Direttore Medico RSA Mons. Bicchierai
Centro di Ricerca e Cura dell’Invecchiamento
Istituto Auxologico Italiano, Milano